giovedì 31 dicembre 2009

LIGURIA OLTRE CONFINE ... COL DE TURINI

Tappa 5 – giovedi 31 dicembre 2009
SOSPEL- COL DE TURINI - SOSPEL KM 61

La sobria serata in questo piccolo borgo delle Alpi Marittime ha comunque conciliato il sonno ... ci svegliamo alle 8,30.
Giusto un'occhiata fuori dalla finestra per notare una piccola schiarita tra le nuvole minacciose.
Prima di colazione, cerco di destare dal torpore mattutino un rintronato Paolo.
E' deciso. Oggi si pedala in assetto leggero ... niente bagagli.
Itinerario circolare di montagna... è l'ultimo giorno del 2009 ... proviamo a regalarci una cima Coppi degna di questo nome..
Colazione abbondante (quella di Paolo da vero ingordo indisciplinato goloso): rapida vestizione e siamo in sella. Il meteo ci assiste per ora. Non soffia un filo di vento e si pedala proprio bene in uscita dall'abitato. Sono le 10 circa e Sospel è decisamente più vivace e affollata di giorno che di notte.
Nemmeno un km e svoltiamo a dx in direzione Col de Turini ... 24 km, 1300 mt di dislivello, 5,2% di pendenza media. Capiamo subito che sarà una bella ascesa. Le gambe girano bene. Parlottiamo più del solito e i km volano sotto le nostre agili pedalate. Pochissimi automezzi in giro, il solito furgone giallo delle Poste francesi. La posta arriva ovunque e in qualsiasi stagione!

La prima parte della salita segue le gorges du Piaon, scavate dal fiume Bevera, spesso spettacolari, con cascate e rapide a vista. La strada da Sospel è stata recentemente riaperta dopo una imponente frana che ne ha impedito la percorribilità per quasi un anno. Impressionanti i lavori di ripristino e messa in sicurezza, con lavori di chiodatura sospesi sulla parete franata.
La salita, ribadiamo, è davvero piacevole. Senza bagagli è un gioco da ragazzi anche nei rari casi di pendenze severe. Giunti a Moulinet, si entra nell'omonima foresta. La strada si inerpica ora su spettacolari tornanti costeggiati da abeti con tratti tra il 9 e il 10%, ma con ampi spazi per recuperare. Lascio sfogare Paolo, non ho alternative, cercando di salire del mio passo senza forzare. Compaiono le prime tracce di neve marcia a bordo strada. Pedalo quasi in tenuta estiva, senza manicotti e con la zipper aperta per non inzuppare la sottomaglia invernale indossata a pelle (Grippo docet).
Un occhio al paesaggio, immerso in questa pineta di abeti. Il solito silenzio irreale, la possibilità di ascoltare il proprio respiro, i rumori della natura, lo scorrere delle ruote. Pedalo su andature prossime ai 12 kmh e riesco spesso e volentieri a rilanciare l'azione. Decisamente rispetto ai primi giorni sono un altro ciclista. Paolo è lontano. Quando mancano 3 km e 300 mt circa di dislivello alla vetta, decido di alzare un po' il ritmo giusto per fare un po' di gamba. L'ultimo km in compagnia di Paolo, nel frattempo rientrato a recuperarmi. Arrivo al Col de Turini. Io ci ho impiegato 1h55, lui 1h46, ma i nove minuti me li ha dati in meno di 8 km ... e poi lui va di lipidico perchè pensa così di perdere quei chiletti di troppo. Ma fino a che mangia come un “porcellino” a colazione la vedo dura. Ma il ragazzo è giovane, e ha un metabolismo che “brucia” parecchio.
Al colle, cielo grigio, temperature prossime allo zero, pochissima gente, ma alcuni bar aperti. Foto di rito, anche se manca l'insegna con il nome del passo, e sosta rigenerante. Per Paolo thè caldo, per me una cioccolata calda. Per entrambi un po' d'acqua e prima di ripartire una birretta. Tanto è tutta discesa! Il previdente presidentissimo si è portato qualche cambio in più e dona la sua maglia superpippo asciutta all'infreddolito Paolo, che dimostra ogni tanto un po' di “pivelleria” e fiducia nel destino favorevole (= imprudenza) nell'affrontare simili ascese nella stagione invernale.
Passiamo una buona mezzora nel bar per asciugarci e riscaldarci. Ripresa la bici, bardati da capo a piedi, prendiamo la via di Peira-Cava e da qui rientreremo a Sospel per uno spettacolare e impegnativo itinerario circolare da 1500 mt d+ complessivi. Nella filosofia presidentissmo, l'aller-retour sullo stesso tracciato anche quando più breve non è ammesso!
Inizia a cadere pioggia ghiacciata. La discesa nel primo tratto è appena accennata e va pedalata ... meglio così, almeno non ci raffreddiamo. Man mano che ci abbassiamo, la pioggia è sempre più fitta e così anche le foreste di conifere che attraversiamo. Poca gente anche qui. Nei primi km ci sono alcuni tratti con nevischio ghiacciato sul fondo strada, ma basta un po' di attenzione. La discesa è poi più scorrevole fino all'abitato di Peira Cava (1458 mt slm). Subito dopo, facendo attenzione alle indicazioni, svoltiamo a sx per la discesa che porta al Col del l'Orme (1000 mt d+). Strada spettacolare con una serie infinita di tornanti. Se percorsa in senso contrario, è una valida via alternativa per il Turini. Presenta un fondo non perfetto ma comunque sufficientemente sicuro. La nebbia ci avvolge e la pioggia si fa ancor più intensa. Visibilità a 10 mt o poco più. Imbocchiamo a dx la piccola provinciale in direzione Sospel. Scesi a 1000 mt di quota, la strada riprende a salire ai 1200 mt del Col de l'Ablè prima di scendere nuovamente al Col de Brauss. E' forse il momento più magico della pedalata odierna. Stradina stretta nella foresta, pendenze abbordabili tra il 4 e il 6%. Fondo irregolare. Nonostante le condizioni avverse, siamo felici come bambini. Atmosfera fiabesca, Paolo si toglie pure i guanti per fare delle foto. Se lo ha fatto, congelato come era, ne valeva davvero la pena.
La discesa conduce all'intersezione con la statale per il Col de Brauss (1004 mt slm): procediamo giocoforza con prudenza. Breve risalita di poche centinaia di metri e conquistiamo il passo. Foto di rito. Si ferma un auto per chiederci indicazioni. Un gruppo di giovani piemontesi in cerca della strada per Cannes, imprecante contro il loro Tom Tom. Con estrema calma gli spiego come raggiungere Nizza e di lì Cannes per spettacolari strade secondarie. Incredibile come in auto ci si possa agitare se si percorre una strada sotto la pioggia. Sembravano preoccupati di non ritrovare la giusta via quando erano a meno di 30 km dalla meta. Cosa avremmo dovuto fare Paolo ed io allora inzuppati fradici? Carina comunque la tipina lato passeggero. Visino dolce e occhietti furbi. La tranquillizzo con il mio vocione da viaggiatore navigato! Altro che le voci robotizzate dei navigatori satellitari. Bon voyage à les Italiens e ci buttiamo in picchiata verso Sospel. 12 km di discesa con precipitazioni ora torrenziali. Paolo è praticamente senza freni ... d'altronde mi è venuto in vacanza con una bici da ciclocross con copertoncini slick oramai finiti e i freni cantilever che a malapena funzionano con l'asciutto ... cosa si aspettava? Per future ciclovacanze d'obbligo un upgrade del mezzo onde evitare simili situazioni. Insegno al Paolino un trucchetto: inserire uno dei piedi tra la ruota posteriore e il telaio ... metodo piuttosto grezzo ma sicuramente efficace. Paolo applica alla perfezione la tecnica appena appresa e scende a valle quasi senza problemi. Ciò non toglie la mia romanzina sulla superficialità con cui ha scelto di non modificare il sistema frenante in vista di una vacanza invernale in condizioni ambientali difficili.
Bando ai rimproveri presidenziali ... il giovanotto saprà far tesoro dei preziosi consigli del saggio president ... nemmeno i miei freni a disco saranno super affidabili, però per lo meno li ho fatti registrare alla perfezione prima della vacanza.
Il fondo stradale del Col de Brauss è ottimo e consente traiettorie in sicurezza anche con rigagnoli d'acqua ovunque e freni in pessime condizioni.
Finalmente il borgo di Sospel a vista. Superato il Col de St Jean (642 mt slm) pochi colpi di pedale e ultimi chilometri. Siamo arrivati. Come fulmini parcheggiamo la bici nel garage, mettiamo ad asciugare i panni bagnati e ripariamo nella calda stanza.
Snack, una buona birra Leffe e riposino ... tra qualche ora penseremo a come trascorrere la notte di San Silvestro ... ci siamo rifugiati nelle Alpi Marittime per evitare gli strepiti dei petardi del 31, suggerisce qualcuno, ma di questo resoconteremo in tarda nottata o nel report di domani.
Buon anno a tutti!
Da Sospel, sotto la pioggia, per Diabete No Limits, Cristian e Paolo.

Gestione diabete: pubblicheremo la tabella dei dati odierni dopo i bagordi di San Silvestro. Vi anticipiamo l'andamento in attività ciclistica di oggi.
Cristian: mi sono svegliato con 155 mg/dl. Conoscendo i buffet delle colazioni francesi, ho preferito bolarmi in via conservativa con 3 u di Apidra per 90 gr di cho. Ben consapevole che ciò mi avrebbe esposto a un maggior rischio ipo derivante dalla coincidenza di picco insulinico e massimo sforzo fisico durante la scalata al Col de Turini, ho anticipato il timing dei controlli della glicemia e le integrazioni. Prima di partire, circa un'ora e trenta dopo colazione, 132 ... dopo 45 minuti sui pedali, 108. Ho integrato con 45 grammi di cho frazionati in due. Dopo 2 ore complessive di ascesa, 69 mg/dl al passo. Qui 30 gr di cho e un'altra ora di pedalata meno impegnativa ma comunque dispendiosa per le condizioni meteo, alcuni tratti da pedalare e un piccolo passo di circa 4 km. Glicemia finale. 69 ... che dire ... perfetto!
Paolo: ottima glicemia al risveglio ... 60 mg/dl ... colazione indecente ... penso almeno 130 gr di cho ... ma mi ha nascosto metà delle porcherie golose che si è ingurgitato. Bolo zero. 300 prima di partire, 208 dopo circa un'ora di ascesa. 87 al passo. 87 all'arrivo. Nessuna integrazione, ci mancherebbe, durante l'ascesa. Al passo un minimo apporto di 15 cho.
La tattica cambia, ma il risultato no... l'attività fisica con insulinizzazione basale adeguata, riporta quasi sempre i valori glicemici nella norma.
La differenza tra Paolo e me è che io ritengo più corretto un approccio allo sport che non implichi l'iperglicemia eccessiva in partenza e nella prima ora/ora e trenta di attività fisica ... l'iperglicemia eccessiva si può evitare in due maniere: mangiando meno o poco oppure bolandosi adeguatamente. Ma di questo non dobbiamo discutere qui!

Pensiero di fine anno:La tecnologia ci consente di raccontare e condividere in real time questa “esperienza” ... please non chiamiamola “impresa” ...meno imprese e più testimonianza ... questo credo serva al mondo del diabete.
E' bellissimo essere in contatto con tanti di voi e riuscire a trasmettervi le nostre emozioni e le nostre sensazioni ... il fine di questo racconto sui pedali non è affermarci nel panorama nazionale come super star diabetiche super sportive, ma esaltare uno spirito di squadra e di gruppo che deve andare oltre le singole aspirazioni personali .. solo così i nostri egoismi potranno essere valore aggiunto e fondersi in una forza prorompente e instoppabile ... questa energia si chiama “spirito mellito”, e pur prendendo forma da una patologia cronica degenerativa, deve portarci in là, molto più in là, oltre il “nostro” mondo mellito ... avanti tutta! Diversamente glicemici, ugualmente festanti! Bon annèe! (applausi grazie ... clap clap clap!)

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