lunedì 8 febbraio 2010

Paolo:Post @ Liguria sui Pedali

Paolo:Post @ Liguria sui Pedali


Passato oramai più di un mese, non posso più parlare di un commento a caldo, ma piuttosto di alcuni pensieri post-esperienza.

La prima cosa che mi viene in mente, alla quale dovrò assolutamente porre rimedio, è l’aspetto prettamente tecnico di una ciclo vacanza: la somma dei pesi di un conducente sovrappeso, una bici di certo non catalogata tra i pesi piuma, e due belle borse penzolanti dal portapacchi posteriore, indurrebbero chiunque a prendere subito in considerazione l’importanza di un sistema frenante adeguato… io non faccio parte dei “chiunque”, per cui sono partito spensierato con i freni di serie della mia bici da ciclocross, dei cantilever, con annessi pattini pressoché finiti! Il risultato, facilmente immaginabile, è che sull’asciutto frenavo molto poco, sul bagnato frenavo inserendo il piede tra ruota posteriore e telaio, e spaccandomi le mani nel vano tentativo di fare forza sulle leve: da evitare!
I copertoncini sono il secondo elemento causa di possibili problematiche: se sono particolarmente economici, e anch’essi già ultra-consumati, le probabilità di bucare sono decisamente molto alte, con in aggiunta il “pericolo” che lo pneumatico si tagli da un momento all’altro, cosa da non augurare a nessuno!
Per completare l’analisi del mezzo, che spero rileggerò prima di partire per il New England, non può non mancare un appunto sui rapporti da utilizzare: essendo la bici da ciclocross munita di una guarnitura compact, da buon stradista ho giustamente pensato di sostituire il pacco pignoni con l’11-23: se l’unico problema dell’11 è che si rivelerà un rapporto inutilizzabile, la mancanza di un 27 diverrà un dramma su salite oltre il 10%!!!
Il problema di un equipaggiamento inadeguato, non è però solo causa di problemi “personali”: in un viaggio in autonomia in bici, l’inadeguatezza del mezzo pesa sugli stesso compagni di vacanza, visto che il problema di un singolo si trasforma automaticamente in un problema del gruppo…


Finito l’aspetto tecnico, posso finalmente disquisire di tutto il resto.
L’aspetto psicologico di una ciclo vacanza, è ciò che più mi ha colpito: in questo caso, non abbiamo dovuto andare molto all’avventura, visti i pochi giorni trascorsi, ma il non aver prenotato niente per il giorno dopo, e dover cercare un posto dove dormire mentre si è in sella a una bici, è qualcosa di fantastico!!! Libertà allo stato puro: nel caso il binomio temperature-meteo permettesse il bivacco, penso che sarebbe l’apice del vagabondaggio!!!
Bisogna poi essere sì consci del fatto che un imprevisto in bici è sempre dietro l’angolo, ma non farsi mai fermare da esso: la coppia di francesi diretta in Cina ne è un esempio, e sono certo che arriveranno a destinazione, nonostante tutto.
Sinceramente qualche volta ce la siamo anche andata a cercare e c’è andata bene: ringrazio Cri per non avermi insultato per il resto del tour, dopo la discesa nel bosco sterrato dopo Castelvecchio, dove penso la maggior parte delle persone che conosco sarebbe andata nel panico!
La sera eravamo particolarmente stanchi e non abbiamo quasi mai fatto niente, anche considerata la durata esigua della luce diurna in questo periodo, ma non metterei la mano sul fuoco che in estate si possa essere freschi dopo aver pedalato tutto il giorno.
Non abbiam mai fatto quasi niente, eccezion fatta per il dattilografo Chretien, che non pago delle fatiche giornalieri, passava ogni sera a “resocontare” le avventure appena trascorse (a volte attribuendomi dei pensieri non miei, smentisco tutto!!! J ).

Ovviamente il ritmo non infernale durante la pedalata, e il tempo trascorso assieme durante tutto il resto del giorno, permettono di scambiarsi opinioni e consigli! Ho quindi imparato che il “bolo quadro” non è prerogativa dei microinfusi (e a volte dà decisamente una marcia in più nella gestione), così come un’analisi perfetta del fabbisogno insulinico possa portare ad avere glicemie incredibili, quasi da revoca della tessera di diabetico! (Grippo docet).

Qualche recriminazione va però fatta: la prima è il timore di bagnarsi… io sono un tipo particolarmente freddoloso, per non dir peggio, e alla prima occasione che c’è stata di prendere pioggia, mi sono tirato indietro, e abbiamo deciso di salire per un po’ in treno.
La seconda è relativa all’alimentazione: dopo la pedalata in Liguria, sono stato una decina di giorni a letto con una gastroenterite, quasi sicuramente dovuta alla cena di San Silvestro, tra salsine varie e carne di pollo non molto cotta. Essendo un periodo particolarmente freddo, e avendo preso durante la giornata pioggia/neve in discesa dal Col de Turini, avrei dovuto fare decisamente più attenzione a cosa avrei ingerito da lì a poco.

Dal punto di vista glicemico, mi sono gestito discretamente, nonostante qualche colazione eccessiva mi abbia portato ad iniziare l’attività mattutina con più zuccheri che globuli rossi in circolo. Oramai non mi stupisco di certo più dell’effetto benefico della pedalata sull’aumento della sensibilità insulinica: la modifica della basale, così come l’adattamento del rapporto insulina/cho, sono oramai fatti assodati, ed è anche a questo che servono esperienze simili!

Sinceramente potrei scrivere un’altra infinità di osservazioni, soprattutto cose che mi sono piaciute e che mi inducono a ripetere l’esperienza, ma già così mi sembra abbastanza lungo e in pochissimi lo leggeranno … e poi ci pensa già il presidentissimo a scrivere dei poemi!

Commento finale:
Con la stupenda compagnia di Cri e Ale, con il sorriso sempre e ovunque nonostante le varie vicissitudini dovute ai mille piccoli contrattempi, con un po’ di tempo speso unicamente per il piacere di pedalare, sono sicuro che ricorderò per sempre questa esperienza, magari come la prima di una lunga serie!!!

Alla prossima!!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Paolo,
sono Pietro (nonno Pesenti) e ho letto volentieri il tuo resoconto.
Sono podista per necessità (il tempo a disposizione non mi permette di fare altro), ma se un bel giorno dovessi diventare anch'io un Baby Pensionato come il Presidentissimo, ti assicuro che mi piacerebbe assai far parte del vs. gruppo.
In passato ho pedalato un pò, e la soddisfazione che ti regala la bici è immensa, soprattutto quando raggiungi mitiche vette !
E' quindi con un pizzico di invidia che penso alla vs. gita estiva prevista nel New England.
Sono sicuro che sarà una esperienza indimenticabile.
A presto.

crava ha detto...

Ciao Pietro!
Grazie per la lettura...
Per quanto riguarda le soddisfazioni relative al raggiungimento delle "mitiche vette", hai assolutamente ragione!
Parlando della ciclovacanza estiva, non bisogna di essere certo dei fenomeni in bici... basta un po' di sano allenamento... quindi sei ancora in tempo per aggregarti!
Un salutone
Paolo