lunedì 25 gennaio 2010

PILAT WINTER TRAIL ... "COURSE PRESIDENTIELLE!"

Reportt completo su www.diabetenolimits.org


PILAT WINTER TRAIL - Warm Up Presidentissimo!
Domenica 24 gennaio 2010 … Una corsa presidenziale!


Gara fantastica e divertente nonostante freddo, difficoltà e lunghezza. Originale, ben disegnata, ottima organizzazione. Percorso reso selettivo dalla neve e dislivello positivo complessivo, superiore ai 1600 mt. Terreno ideale per le mie caratteristiche … se avessi conosciuto il percorso avrei forse potuto esprimermi ancor meglio … ma accontentiamoci … e partiamo dall’inizio.
Oggi è il grande giorno … start h 9,00. Arrivo a Marlhes verso le 8. Sono poco meno di 10 km di auto da dove alloggio. Parcheggio in zona strategica, verifica zona di partenza, breve passeggiata al bar del centro (con personaggi “caratteristici”) per un “petit cafè” ed esigenze di toletta da pregara (evidentemente un po’ di tensione c’è sempre) … rientro all’auto, svestizione, controllo glicemico, assunzione di cho e breve riscaldamento (costretto dalle rigide temperature e dalle mie cosce nude).
La mia decisione di correre con il pantaloncino sgambato mi rende piuttosto riconoscibile nella pattuglia dei partenti. Circa 300 gli iscritti alla 33k, per un totale di 1000 partenti. Quasi tutti bardati con zaini, integratori e ogni accessorio che nemmeno potete immaginare … a mio avviso il 90% dei partecipanti si portava dietro del peso eccessivo per la lunghezza della corsa. Comunque lo spirito trail è anche questo … correre stracarichi!
Io non indosso nemmeno i guanti. Unici accessori il porta borraccia Raidlight da legare in vita (veramente superlativo il modello ricevuto con il pacco gara), le ghette e il cappello di lana (la testa al caldo!!!). Qualche autoscatto “presidenziale” sulla neve prima di mettermi in griglia. Puntuale il colpo di pistola che annuncia la partenza. Breve tratto su asfalto pianeggiante e poi neve neve neve … primi 5 km di saliscendi mai durissimi dove cerco di trovare regolarità di passo e superare qualche “tapascione”. Da subito mi rendo conto che il fondo è lievemente più traditore di quanto avessi verificato ieri nella mia perlustrazione. Inizia la prima salita, la più lunga della corsa che porta ai 1230 mt del Mont Chaussitre e da me in parte già testata ieri. Il problema è che per superare i concorrenti più lenti bisogna uscire dal corridoio battuto e lì non se ne esce più specie nei tratti più ripidi a meno di non consumare preziose energie. Riesco comunque poco prima di scollinare (10km) a portarmi sotto e quindi scavalcare un gruppetto di runner. Da qui inizia un tratto di discesa che nei miei piani doveva consentirmi di distendere l’azione. Invece mi trovo ad affrontare una delle più difficili situazioni nella mia storia di corridore di montagna. In discesa è impossibile correre … anzi reggersi in piedi … si affonda nella neve ad ogni movimento … non riesco a fare tre passi di fila senza inciampare o perdere l’equilibrio. Per un’azione di corsa decente bisognerebbe esprimere una potenza incredibile … non che le mie gambe non siano esplosive, ma penso ai 20 km che seguono e meglio gestire le scorte energetiche … tiro i remi in barca e procedo cauto. Lascio sfogare il gruppetto che mi precede, mentre io cerco di trovare confidenza con il fondo nevoso. Questa situazione dura per circa 5 km (fino a Lès Preaux) e si moltiplicano le difficoltà perché anche i tratti in salita sono impossibili e faticosissimi. L’unico fattore positivo è che sono brevi. Corricchio comunque, alternando la tecnica del “passo lungo e pedalare”. Provo varie tecniche per non sprofondare (passetti brevi, corsa di punta, di tallone, con i piedi lievemente aperti a papera) scruto il fondo in cerca di zone più compatte … ma nulla da fare…  inciampo anche un paio di volte, procurandomi lievi abrasioni ad entrambe le ginocchia (ops … con i pantaloni lunghi le avrei evitate!). Sono comunque divertito, perché correre in simili situazioni è fantastico. Il percorso è a dir poco spettacolare. Peccato che oggi l’annunciato sole si sia nascosto dietro le nuvole con sporadiche e timidissime apparizioni.
Finalmente il primo ristoro … una gentile volontaria (in francese "Bénévol") mi offre una coca cola ma non mi fornisce il bicchiere. E mi fissa con la bottiglia in mano, mentre io ansimante a mia volta aspetto … in teoria nel pacco gara c’era una tazza super leggera per i rifornimenti che io non ho portato con me … errori da debuttante … allora, appena capisce, mi procura il bicchiere ma ne piglia due contemporaneamente e li vuole separare prima di servirmi la nota bevanda della multinazionale americana. Le faccio notare che li potrà “partager” (dividere) successivamente. Finalmente ingurgito il mio micro bicchierino di coca cola “ghiacciata” (roba da cagotto mortale) e riparto dopo questa pausa un po’ lunga. Ancora un chilometro difficile ma vedo che sto recuperando terreno su chi mi precede. In discesa trovo finalmente confidenza. Adotto una tecnica con le braccia a mulinello … e noto che ritrovo magicamente equilibrio e stabilità. Peccato che in una stretta rampa sul declivio la mano mi finisce su un rovo. Sangue e imprecazioni, procedo per alcuni chilometri cercando di togliere spine e pulirmi dal sangue colante … ancora mentre scrivo la mano mi duole.
Dal 15 km inizia finalmente la mia rimonta “presidenziale”, costante e progressiva, che coincide anche con i tratti più belli e magici del “parcour”. Silenzioso con i miei pensieri e praticamente in solitudine. Ottimo il servizio di assistenza con ristori ben organizzati e tutti i punti “critici” sorvegliati. I “bénévols” incoraggiano sempre. Sulla successiva ascesa, tutta in single trek in una pineta meravigliosa recupero ben cinque posizioni con passo regolare. Intravvedere l’avversario e puntarlo dà fiducia. Da qui finiscono anche i tratti più difficili con neve fresca e fonda. Per tanto è più “facile” produrre un’azione efficace. Difficile descrivere con completezza un itinerario così lungo e vario: single trek, fiumiciattoli e rigagnoli, fango, passerelle, tronchi da scavalcare, alberi abbattuti, carrereccie , laghetti ghiacciati, piste da sci di fondo, steccati da saltare … unica costante? La neve … tutto è così dannatamente bianco oggi …  Il tracciato percorre per un paio di km una pista da fondo ghiacciatissima … è il punto più freddo della corsa con temperature abbondantemente sotto lo zero. Il mio sudore sulla maglia è ghiacciato … sembro un pupazzo di neve … stranamente ho freddo alle braccia nonostante i manicotti… penso a come starei bene con un paio di guanti … le gambe mezze nude invece sono caldissime … ottime le ghette Raid light … valuto positivamente anche la scelta delle calzature … go for Inov! … oggi i chiodi sarebbero serviti a poco … ci volevano le ciaspole per galleggiare.
Altro fattore positivo il recupero nei rari tratti di pianura o di asfalto che raccordano i vari pezzi di sentiero. Qui ho una bella azione di corsa rispetto agli altri concorrenti del mio livello. Ancora una lunga salita nel bosco fino ai 1300 mt di altitudine costeggiando l’altipiano di Panére dal piccolo abitato di Gimel fino a St Regis-du Coin. Qui completo la mia rimonta su altri quattro concorrenti con un’azione leggera ma determinata, con moderazione per non bruciarmi le gambe. Siamo al 23° km e da qui il percorso lungo si reinnesta successivamente nei due più brevi. Da adesso è impossibile capire se chi ti precede ha fatto il corto, il lungo o il medio. Senza punti di riferimento procedo del mio passo su fondo innevato ora più compatto e corribile salvo episodici segmenti più impegnativi. Sono pimpante. Merito a mio avviso dell'ottimo timing e della scelta degli integratori. 
Sono sicuro che l’aver optato per spezzare le integrazioni senza assumere troppi cho tutti in una volta mi abbia fatto molto bene. Quindi ora oltre al “Bolo Combo” utilizzerò anche la “integrazione combo”. Ho riutilizzato dopo tantissimo tempo un cheerpack liquido … ma appunto l’ho diviso in due e non mi ha dato nessun problema di assimilazione. Poi un po’ di cocacola, come già detto, e un pezzettino di un mega barrettone energetico che avevo vinto a una corsa la settimana scorsa. Per la fine invece solo 2 minime integrazioni a base di miele, giusto per sicurezza, visto che il glucometro a -2 non funzia nemmeno a tenerlo riparato in un astuccio. 
Il finale alterna è più scorrevole, con parecchie discese, dove finalmente sono  diventato un “missile” e recupero alla grande. E’ anche più facile superare finendo in neve fresca. Poi basta avvisare … il trail runner quasi sempre si sposta. Tutto un sorpasso il finale. Sembra filare tutto liscio. In alcuni tratti veloci per superare corro un po’ troppo di potenza per galleggiare nella neve fresca.  Nell’ ultimo impegnativo strappo nel boschetto che porta a Le Rozet avverto un principio di crampi ad entrambi gli adduttori … dunque bevo acqua e rallento l’azione. In alcuni tratti devo camminare perché temo che forzare per superare i più lenti possa peggiorare la situazione. Un paio di minuti e tutto passa. Sono di nuovo al 100% … soprattutto non avverto stanchezza da muro delle 3 ore … da sfinimento … cuore e respiro sono incredibilmente regolari e mi sento pieno di energie residue. Mente lucida. Occhio al cronometro. Sono fiducioso. E’ fatta. Corro gli ultimi km sempre sotto i 4’30 con due km finali a 4’11 … quasi senza accorgermene mi ritrovo alla fine.  Arrivo all’interno della palestra (gymnase) di Marlhes con annuncio dello speaker e un po’ di pubblico ad animare la situazione. 
Un sorpreso Cyril si congratula per il mio risultato, paventando una classifica tra i primi venti. Alla fine sarò 26° assoluto … ma la posizione non conta … sono felice per la condotta di gara … oggi ho usato la testa, non mi sono mai lasciato andare anche nei momenti di difficoltà (pochi) e nemmeno lasciato prendere dall’entusiasmo. Ho ragionato, ho mantenuto la concentrazione e alla fine ho ottenuto uno dei migliori risultati della mia “carriera” podistica, peraltro divertendomi un “sacchissimo”. Adesso però basta digressioni off-road … ci ripenseremo in estate … è tempo di ritrovare velocità. La resistenza e il fondo non mi mancano … oggi temevo tantissimo le mie reazioni dopo la seconda ora di gara invece è proprio lì che ho dato il meglio di me. Speriamo di saper trasferire queste capacità anche sui ritmi maratona (4’11-4’14).


Pasta party, poco pasta e tanto “patate”: in un enorme pentolone ribolle la “tartaflette”, una specialità della Savoia a base di patate, salsiccia, formaggio e legumi … una bomba calorica ma non proprio a maggioranza di carboidrati … una mela, un pezzettino di pane e un po’ “crème freche” come dessert. Due ottime birre biologiche … la bière du Pilat … qui è tutto biologico …. Birra biologica, chambre d’hotes biologica, borse della spesa biologica, materiali tecnici biologici, posateria biologica, vassoi biologici … biotutto!
Rientro in stanza per la doccia e la preparazione dei bagagli per poi “vivere” ripulito il dopo gara. Caffè con Henry, l’altro uomo Raidlight, con il quale instauro un buon rapporto e spero di future positive partnership. Mi presenta pure Marie la responsabile commerciale. Raidlight, crisi nonostante, cresce del 30% all’anno! La sede è proprio a Saint Genest Malifaux dove stavo di stanza. Anche in Francia le premiazioni durano un’eternità. “Courir pour guérir” … correre per guarire … è lo slogan che ho visto su una maglia … potrebbe ben applicarsi al caso diabete, ma in italiano correre non fa rima con guarire ... ma anche senza rima, un po’ funziona.  Sono diabetico, ma non mi sento diabetico? Gisuto pensarla così? Bisognerebbe ragionarci su ... spunto per future riflessioni presidenziali. Vedremo! Questa tre giorni francese me ne ha dati fin troppi di spunti. In un messaggio l’amico Biagio B. mi invita a bere birra e “ciulare” dopo questo risultato. La prima cosa mi è riuscita facile, sulla seconda ci debbo lavorare in patria. Anche questo è uno spunto di riflessione, anche se decisamente di più basso profilo.
Saluto Cyril, Henry e altri amici runner conosciuti in loco. Destinazione aeroporto. Tutto perfetto. Puntuale il volo semideserto. Alle 23 sono a casa e nelle prime ore della notte completo questo resoconto per la pubblicazione on line.


Sulla neve, il Presidente c’è! O forse sono gli altri a mancare … comunque sono soddisfatto e appagato. Mi sono davvero divertito! Sorridere alla fatica oggi non è stato poi così difficile! Per il trail running il prossimo appuntamento è per il 4 luglio a Les Deux Alpes, sempre in Francia ... panta rei ...
Raccontarsi, raccontarsi, raccontarsi … forse io esagerò fin troppo e dovrei decisamente ritirarmi a vita monacale, ma su DNL che non ci sia mai evento senza resoconto!


Gestione Metabolica – “Mellito Reasoning” … oggi, in considerazione dell’impegno agonistico, dedico qualche riga in più ai miei ragionamenti pregara. 231 mg/dl! Risveglio in iperglicemia! D'altronde, ripensandoci, 100 gr di baguette francese equivalgono a 120 cho e non a 70 … se ci aggiungo che forse le 2 u di correzione a mezzanotte le ho fatte mezzo rincoglionito mentre stavo per crollare … la frittata è fatta. Ma vediamo di risolerla la frittata. 
Avevo puntato la sveglia alle 6 proprio per verificare la glicemia e dunque avere tutto il tempo di attuare la strategia più adatta alla situazione contingente:

opzione 1 (quella ideale) … glicemia perfetta … un’altra ora a letto, rompidigiuno con 20 cho al massimo, caffè e via in gara gestendo il tutto con integrazioni nel durante
opzione 2 iperglicemia … bolo debitamente distanziato da inizio AF con assunzione di cho in quantità minore per permettere abbassamento entro valori accettabili
opzione 3 … lieve iperglicemia ma accettabile (140-160): ritornare a letto, alzarmi ancora più tardi e presentarmi alla corsa a digiuno ingerendo qualcosina al volo prima di partire dopo successivo controllo.
Opzione 4 … eventuale iperglicemia eccessiva (oltre 300) .. valutare se procedere con bolo correttivo e quindi fare parte della corsa con picco d’azione insulinico in atto, e conseguente maggior attenzione a integrazioni per evitare “ipo” debilitanti.
Gioco forza la scelta è ricaduta sull’opzione 2 e ha funzionato bene come dimostrano risultati prestazionali e compenso metabolico pre-intra e post gara. La tabella qui sotto descrive in maniera dettagliata il mio profilo glico-terapeutico della trasferta francese.

2 commenti:

Giuseppe ha detto...

Ciao Cristian,
bellissimo resoconto di trail.
Sei riuscito a farlo vivere anche a chi legge il post. Complimenti per lo stato di forma eccezionale.
Non ti nascondo che un po ti invidio. Io sono circa tre mesi che non posso fare più di 20 o 30 km a settimana, causa verruche plantari. E' la prima volta che mi accade ma il fatto che ci vuole un tempo non prevedibile per curarle, e una terapia possibile ma non certa, ti disarma un po.
Alla prossima
Ciao

Anonimo ha detto...

Grande President !!!!!!!!
Grandissima gara, resocont superlativo !!!
Ciao
Biagio B. (la birra ho visto l'hai bevuta ..... il resto ?..)